Trattamento della polpa dentale in denti con polpa vitale

In un dente con una polpa dentale normale, quando tutto il tessuto cariato viene rimosso, può essere posizionato uno sottofondo protettivo nella zona profonda della preparazione per ridurre al minimo i danni alla polpa, promuovere la guarigione del tessuto pulpare e/o minimizzare la sensibilità post-operatoria.


Il sottofondo protettivo è uno strato di materiale applicato sulla superficie dentinale prossima alla polpa in una preparazione di cavità profonda, che ha lo scopo di coprire i tubuli dentinali esposti ed agire come barriera protettiva tra materiale da otturazione o cemento e la polpa. Il posizionamento di un sottile rivestimento di protezione è a discrezione del clinico che può usare idrossido di calcio, adesivo dentinale, cemento vetroionomerico.

Il posizionamento di un sottofondo protettivo nella zona profonda della preparazione è utilizzato per conservare la vitalità del dente, promuovere la guarigione del tessuto pulpare e la formazione di dentina terziaria, ridurre la microinfiltrazione batterica.
Non dovrebbero verificarsi segni o sintomi clinici sfavorevoli post-terapia come dolore, sensibilità, gonfiore.

Terapia indiretta della polpa
La terapia indiretta della polpa dentale è una procedura eseguita in un dente con diagnosi di pulpite reversibile e carie profonda, che necessiterebbe di terapia endodontica se la carie fosse completamente rimossa.

Alcuni A.A. propongono di rimuovere il tessuto cariato il più vicino possibile alla polpa, posizionare uno strato protettivo e chiudere il dente senza rientrare, in una fase successiva, in cavità per eliminare la dentina affetta residua. Il rischio di questo approccio è un’esposizione accidentale della polpa o l’instaurarsi di una pulpite irreversibile.

Altri A.A. propongono una procedura in 2 fasi: rimozione della dentina a livello della giunzione smalto-dentinale e di quella periferica, lasciando in situ la dentina cariata sovrastante la polpa con l’obiettivo di modificare l’ambiente ai batteri cariogenici al fine di diminuirne il numero; sigillando la carie residua dal biofilm orale, si tenta di rallentare o arrestare lo sviluppo della carie.
La seconda fase consiste nella rimozione della carie residua e posizionamento di una otturazione definitiva. La raccomandazione più comune è che l’intervallo tra le due fasi sia di 3-6 mesi, tempo sufficiente per la formazione di dentina terziaria e per porre una diagnosi definitiva di vitalità pulpare.
Fondamentale per entrambe le fasi di rimozione e il posizionamento di un restauro con un buon sigillo marginale.

La decisione se utilizzare la tecnica in una fase o quella in due fasi dovrebbe essere basata sulle condizioni del singolo paziente dal momento che i dati in possesso sull’argomento non sono sufficienti su quale approccio sia di maggior successo a lungo termine.
La terapia indiretta della polpa è indicata in un dente permanente giovane con una diagnosi di polpa normale senza sintomi di pulpite o con pulpite reversibile .

La polpa è valutata con criteri clinici e radiografici per essere considerata vitale e in grado di resistere agli insulti della carie.
L’otturazione provvisoria e/o definitiva deve garantire un sigillo ermetico della dentina coinvolta dall’ambiente orale. La vitalità del dente dovrebbe essere preservata.
Non devono manifestarsi, dopo la terapia, segni e/o sintomi quali sensibilità, dolore, gonfiore. Non devono esserci evidenze radiografiche di riassorbimento radicolare patologico esterno o interno o altre alterazioni patologiche. I denti con radici immature devono mostrare uno sviluppo radicolare fisiologico di apicogenesi.

Pulpotomia parziale per esposizione dovuta a carie
La pulpotomia parziale per esposizione dovuta a carie e una procedura in cui il tessuto pulpare infiammato sottostante l’esposizione viene rimosso per una profondita di 1 a 3 mm (o anche piu) per raggiungere la porzione di polpa sana. Il sanguinamento pulpare viene controllato mediante agenti battericidi come ipoclorito di sodio e clorexidina prima di posizionare idrossido di calcio o MTA. Quindi, va eseguita una otturazione in grado di garantire un sigillo ermetico da microinfiltrazioni.

Una pulpotomia parziale è indicata in un dente permanente neoerotto per una esposizione pulpare causata da carie in cui l’emorragia è controllata in pochi minuti; il dente deve essere vitale, con diagnosi di polpa normale o di pulpite reversibile.

La polpa residua deve mantenersi vitale dopo la pulpotomia parziale. Non devono manifestarsi dopo la terapia segni e/o sintomi quali sensibilità, dolore, gonfiore. Non devono esserci evidenze radiografiche di riassorbimento radicolare patologico esterno o interno, calcificazioni canalari patologiche, radiotrasparenze periapicali. I denti con radici immature devono mostrare uno sviluppo radicolare fisiologico di apicogenesi (contrangolo odontoiatrico).

Pulpotomia parziale per esposizione di origine traumatica (pulp. secondo Cvek)
La pulpotomia parziale per esposizione della polpa di origine traumatica e una tecnica in cui il tessuto pulpare infiammato sotto l’esposizione viene rimosso per una profondita di 1 a 3 mm (o anche piu) per raggiungere la porzione di polpa sana. Il sanguinamento pulpare viene controllato mediante agenti battericidi come ipoclorito di sodio e clorexidina prima di posizionare idrossido di calcio o MTA.

Nei denti anteriori e consigliato MTA bianco, piuttosto che grigio, per diminuire la possibilità di discolorazioni. I due preparati hanno dimostrato avere proprietà simili.

La pulpotomia è indicata in un dente permanente giovane vitale, con apiceincompleto, dopo esposizione traumatica della polpa. L’emorragia deve essere controllata dopo la rimozione della polpa infiammata. Né il tempo intercorso tra il trauma e la terapia né le dimensioni dell’esposizione pulpare sono fattori critici se il tessuto pulpare superficiale infiammato è amputato dalla polpa sana.

La polpa residua deve mantenersi vitale dopo la pulpotomia parziale. Dopo la terapia non devono manifestarsi segni e/o sintomi quali sensibilità, dolore, gonfiore. Non devono esserci evidenze radiografiche di riassorbimento radicolare patologico esterno o interno, calcificazioni canalari patologiche, radiotrasparenze periapicali. I denti con radici immature devono mostrare uno sviluppo radicolare fisiologico di apicogenesi o formazione dell’apice radicolare (Micromotore implantologia).