Mal di denti: che fare in attesa del dentista

A che cosa può essere dovuto quel dolore che picchia in testa all’improvviso e che cosa si può fare nell’attesa del dentista? Ecco qualche utile indicazione.
Quasi tutti sono d’accordo: il mal di denti è uno dei dolori più forti e insopportabili che si possano provare. Spesso arriva senza nessun preavviso costringendo chi ne soffre a lunghe notti insonni.


Aspettare l’intervento del dentista può essere un vero supplizio, ma alcuni rimedi “fai-da-te” possono aiutare ad alleviare il dolore nell’attesa. Prima di tutto è importante cercare di capire l’origine del dolore.

Quando lo smalto si rovina

Spazzolare male i denti, usare dentifrici a elevata azione abrasiva, consumare troppe bevande acide, soffrire di reflussi acidi dallo stomaco o digrignare i denti. Ecco alcune frequenti cause di danni allo smalto dei denti.
E se lo smalto si assottiglia espone la dentina sottostante causando soprattutto ipersensibilità al freddo, ma anche al caldo e ai cibi dolci o acidi.
Senza parlare della carie, vero e proprio processo di distruzione di smalto e dentina che colpisce in prevalenza i molari e i premolari. Anche in questo caso il dente inizialmente diventa ipersensibile al freddo, al caldo e alle sostanze acide e zuccherine.
Ma in una seconda fase compare anche il dolore, che diviene particolarmente intenso quando la carie raggiunge la camera interna del dente, dove si trova la polpa dentaria, ricca di vasi e terminazioni nervose.

Infiammazioni e infezioni in agguato

Una volta aperto il varco, la polpa poi si può infettare dando luogo a un’infiammazione nota come pulpite.
Un ulteriore aggravarsi della situazione può portare alla fuoriuscita di pus che va a infiammare anche i tessuti circostanti causando risposte acute (gli ascessi apicali) o croniche (i granulomi apicali).
Infine, i batteri possono annidarsi all’interno del dente formando una tasca parodontale in cui si accumula il pus, tipica degli ascessi parodontali laterali.
Nella pulpite la compressione delle fibre nervose e l’aumento dell’irrorazione sanguigna provocano un dolore forte e improvviso e non sempre ben localizzabile.
Il dolore tipico dell’ascesso è invece più localizzato, meno acuto. Aumenta durante la masticazione e la percussione del dente e può disturbare il sonno; spesso è associato a gonfiori e, a volte, a febbre e dolore ai linfonodi.
Nel caso dell’ascesso parodontale laterale può anche essere avvertito un cattivo sapore e dalla tasca parodontale può fuoriuscire del pus.

Responsabili anche le gengive

Da non dimenticare, poi, i dolori collegati all’eruzione del dente del giudizio, ultimo passaggio dello sviluppo della dentatura.
Infine, anche le gengive possono arrossarsi e sanguinare facilmente, anche solo utilizzando lo spazzolino. In questo caso si ha a che fare con una gengivite, un processo infiammatorio che, causando il ritiro della gengiva stessa, può esporre i denti a un maggior rischio di malattia e di caduta.
Qualunque sia la causa scatenante, dolore e gonfiori sono sempre dovuti all’infiammazione che causa la liberazione di prostaglandine, molecole coinvolte nelle risposte infiammatorie (ablatore ad ultrasuoni).

Alla base: placca e altri nemici dei denti

Carie e gengiviti sono causate principalmente dalla placca batterica, una patina costituita da batteri (soprattutto streptococchi), saliva e piccolissimi residui di cibo, più abbondante nelle zone meno pulite.
In essa i batteri trovano terreno fertile per proliferare, corrodere e infettare i tessuti dei denti. Se non viene rimossa, può calcificare e formare il tartaro, che irrita la gengiva.
Tuttavia, i batteri non sono l’unica causa della gengivite: anche lo spazzolamento eccessivo, carenze vitaminiche, squilibri ormonali, fumo di sigaretta e abuso di alcolici possono predisporre a questo problema.
Un’alimentazione ricca di zuccheri (provenienti da dolci, pane e pasta) favorisce la crescita dei batteri della placca e la produzione di sostanze acide dannose per il dente. Si ha, così, una decalcificazione dello smalto, che si manifesta come una macchia opaca o scura.
Infine, ogni individuo può essere più o meno predisposto all’insorgenza di questo tipo di problema e anche traumi, rotture profonde di un dente, difetti di allineamento dei denti, protesi e otturazioni non più efficienti possono portare all’infezione da cui origina la pulpite.

Cosa fare in attesa del dentista

Lavare i denti dopo ogni pasto, soprattutto la sera, aiuta a contrastare l’attacco degli acidi e la fermentazione batterica che sono alla base della maggior parte dei mal di denti.
Ma una volta che la carie è comparsa in attesa dell’intervento del dentista l’unica possibilità è cercare di attenuare il dolore. In generale, meglio evitare bevande troppo fredde o bollenti, che aumentano l’irritazione e non masticare cibi duri.
E poi, se nel buco scavato dalla carie è presente del cibo è necessario rimuoverlo con spazzolino e dentifricio, evitando di usare uno stuzzicadenti.
Un sollievo immediato può essere ottenuto con risciacqui a base di colluttorio o, eventualmente, masticando dei chiodi di garofano, ricchi di un olio essenziale ad effetto anestetizzante.
In caso di gengivite (quando è bene non utilizzare lo spazzolino) o se il dolore è causato dalla fuoriuscita del dente del giudizio è anche possibile risciacquare con un infuso freddo ottenuto con cinque grammi di fiori o foglie di malva in 100 ml di acqua bollente.
Sciacqui a base di bevande alcoliche, invece, hanno solo un effetto anestetico temporaneo.
In farmacia potremo acquistare liberamente compresse o confetti analgesici a base di paracetamolo, acido acetilsalicilico o Fans (diclofenac, ibuprofene, naproxene e ketoprofene).
Tuttavia, per evitare danni a stomaco e duodeno è bene non abusare di questi farmaci e, tendenzialmente, non assumere più analgesici contemporaneamente. Se il dolore è molto forte il medico potrà eventualmente consigliare di associare acido acetilsalicilico e paracetamolo, le cui attività si sommano senza aumentare gli effetti collaterali a livello gastrico.
Anche se con questi rimedi il dolore sarà attenuato è bene rivolgersi al più presto al proprio dentista. Infatti i batteri non vengono eliminati dall’antidolorifico e possono continuare il processo di erosione degli strati più interni del dente (contrangolo).