Disinfezione /contaminazione/protocolli di prevenzione

E’ necessario realizzare delle linee guida al fine di ottenere la protezione dell’operatore, del personale ausiliario e del paziente e prevenire quindi il diffondersi di infezioni crociate.

L’assoluta tutela della salute del paziente nonché degli operatori esposti, per connessione all’attività odontoiatrica, al pericolo di contagio o trasmissione microbica (infezioni crociate), obbliga alla costante applicazione di rigidi protocolli.

La contaminazione della pelle e dei vestiti del personale sanitario durante la rimozione dei Dispositivi di protezione individuale (Dpe) contribuisce alla disseminazione dei microrganismi patogeni e pone il personale stesso a rischio di infezione.

Ecco perchè è stato condotto uno studio da un team di ricercatori e medici che operano in diverse strutture di Cleveland, in Ohio, coordinati da Myreen E. Tomas e pubblicato su Jama Internal Medicine. Come fanno notare Michelle Doll e Gonzalo M. Bearman in un editoriale scritto per la medesima rivista, la vulnerabilità di chi lavora nella salute ha ricevuto un’attenzione globale nelle recenti epidemie, come quella di Ebola, e ha richiamato all’importanza di adottare maschere, camici e guanti a protezione di operatori e pazienti. Questa ricerca aggiunge un contributo significativo alla letteratura esistente riguardo alle limitazioni connesse all’uso dei Dpe normalmente adottati nella pratica medica; il metodo scelto è stato di effettuare 435 simulazioni in cui si è chiesto agli operatori di indossare e rimuovere dispositivi di protezione individuali, in 234 casi i guanti e negli altri 201 il camice (Termosigillatrice millseal).

Nella metà (46%) delle volte, durante queste operazioni si è prodotta una autocontaminazione; i siti più frequentemente interessati sono stati le mani durante la rimozione dei guanti e il collo nel togliersi i camici.Il 39,5% dei partecipanti ha utilizzato tecniche improprie nel compiere questi gesti che in ospedale sono quotidiani: lo hanno valutato due operatori indipendenti che hanno preso come riferimento le procedure raccomandate dai the Centers for Disease Control and Prevention (Cdc).

E in effetti la sperimentazione ha dimostrato che la probabilità di autocontaminazione è molto maggiore quando si adotta una tecnica impropria (79,3% contro 30,0%). Questi risultati hanno evidentemente implicazioni rilevanti sulla sicurezza degli operatori sanitari e sulla diffusione di infezioni contratte nell’ambiente ospedaliero, dove livelli più elevati di contaminazione microbica delle superfici portano a percentuali maggiori di operatori infettati da organismi multiresistenti.

Questo studio vuole anche proporre delle soluzioni, dimostrando che intervenire efficacemente è possibile: dopo una breve formazione impartita attraverso un video di dieci minuti, un gruppo di operatori ha ridotto la percentuale di contaminazione dal 60% al 18%, che si è mantenuta a questo livello più basso nei controlli effettuati dopo un mese e dopo tre mesi (Pulitore ultrasuoni).

Per poter far si’ che i Dpe raggiunga risutati ottimi, è rischiesto un impegno a collaborare da parte di tutti gli operatori sanitari e deve costituire una priorità nell’interesse ultimo della salute dei pazienti e di tutto lo staff medico.