Diagnostica per immagini: scannografia

La scannografia è una tecnica relativamente nuova che utilizza il principio del movimento del fascio di raggi durante la ripresa radiografica, senza tuttavia un movimento sincrono e opposto del rivelatore, differenziandosi in questo dalla stratigrafia. Inoltre, nella scannografia il fascio di raggi è collimato e sottile, analogamente a quanto avviene nella ortopantomografia, e colpisce quindi di volta in volta diversi punti del corpo impressionando la pellicola in punti differenti.

La scannografia ha trovato anche applicazione per consentire l’impiego di rivelatori digitali di dimensioni inferiori alla superficie del corpo da esaminare. In questo modo, il rivelatore segue il cammino del pennello di raggi e ne raccoglie via via il segnale trasmesso attraverso il paziente. Il computer dell’apparecchio integra tutti questi segnali unendoli fra loro in un’immagine radiografica finale. Questo è quanto avviene in alcuni apparecchi per radiografia digitale del corpo ed è stato anche realizzato, a livello finora sperimentale, per ottenere teleradiografie cefalometriche digitali con sensori a CCD (vedi oltre).

Da un punto di vista pratico, si distinguono scannografie traslatorie, o lineari, e scannografie rotatorie. Nelle prime, il tubo e il pennello di raggi si spostano secondo la lunghezza del rivelatore, ma il raggio rimane sempre perpendicolare a quest’ultimo .

Nelle scannografie rotatorie invece, il tubo ruota in parte su se stesso e quindi il pennello di raggi attraversa il corpo secondo un arco di cerchio.

Lo stesso principio ha poi trovato applicazione, in alcune apparecchiature sofisticate come il sistema Scanora, anche per ottenere immagini di elevato dettaglio di singoli distretti delle arcate. Le immagini così ottenute possiedono un fattore di ingrandimento noto e costante e quindi si prestano all’esecuzione di misure preimplantari, peraltro solo dell’altezza e non dello spessore osseo.

La loro utilità risiede anche nella brillante dimostrazione dei dettagli della struttura ossea, quasi del tutto esente da ombre di trasporto. In questo modo è possibile rilevare eventuali lesioni presenti nella sede dell’impianto e definire con precisione il tipo di architettura trabecolare dell’osso interessato (spatola elettrica per cera ).