La tomografia computerizzata (TC) nelle sue prime formulazioni veniva eseguita mediante rotazione del tubo radiografico intorno al corpo del paziente fermo, raccolta delle misure di assorbimento dei raggi X lungo i vari diametri e successivo avanzamento del lettino, con nuova rotazione del tubo e così via.
È evidente che lo spessore dello strato esaminato, e quindi la precisione dell’esame, sarà determinato dall’avanzamento del lettino fra una rotazione e l’altra e quindi dal numero di sezioni ottenute all’interno di un dato volume.
Questa modalità, detta TC tradizionale o TC a sezioni singole, è di semplice esecuzione ma richiede molto tempo, espone il paziente a un’elevata dose di radiazioni ed è esposta ad artefatti ed errori, dovuti principalmente allo spessore delle singole sezioni e alla loro imprecisa sovrapponibilità.
A partire dalla metà degli anni ’90 sono state messe a punto altre tecniche di tomografia computerizzata assai più avanzate, che sono ormai divenute di pratica corrente. Poichè proprio questo progresso tecnologico ha reso agevole l’esecuzione delle ricostruzioni multiplanari necessarie in implantologia, risulta importante accennarne in questa sede.
Sono stati innanzitutto creati apparecchi TC nei quali la rotazione del tubo avviene in maniera continua e contemporanea al progressivo avanzamento del lettino. Come risultato della combinazione di questi due movimenti (avanzamento del lettino e rotazione del tubo) il fascio dei raggi X descrive sul corpo del paziente una traiettoria a spirale (Fig. 1).
Fig. 1
Da questo deriva il termine di TC spirale con cui si designa comunemente questa tecnica (attenzione a non confonderla con la tomografia spiroidale). Si tratta di apparecchi di notevole complessità tecnologica (si pensi solo alla necessità di far compiere numerosi giri veloci a un tubo radiologico di notevoli dimensioni collegato con cavi ad alta tensione), che richiedono software in grado di acquisire e ricostruire i dati densitometrici di un volume esaminato con traiettoria a spirale.
Ciononostante, la TC spirale ha trovato in questi anni applicazioni sempre più diffuse e oggi costituisce la regola in tutte le strutture più moderne, grazie anche alla notevole riduzione dei tempi di esecuzione dell’indagine che consente di ottimizzarne i costi elevati.
La TC spirale che abbiamo appena ricordato si basa sull’impiego di un’unica serie di sensori o detettori dell’intensità dei raggi X posti all’intorno del corpo del paziente: essa è quindi una TC monodetettore, analogamente alla vecchia TC a sezioni singole. Ma negli ultimi anni sono stati introdotti apparecchi provvisti di più serie di detettori poste l’una accanto all’altra attorno al paziente in numero di 4, 8, 16 serie e anche più: si parla quindi di TC multidetettore.
Questo ha portato a un’ulteriore riduzione dei tempi di esame, che possono anche essere limitati a pochi secondi, e a un miglioramento ulteriore dei vantaggi della tecnologia TC spirale soprattutto in termini di qualità delle immagini e di esposizione radiante.
Rispetto alla TC a sezioni singole, la TC spirale comporta, oltre alla riduzione del tempo di esame, una discreta riduzione della dose di radiazioni somministrata al paziente e un miglioramento della qualità diagnostica per riduzione degli artefatti. Questo è dovuto innanzitutto all’eliminazione pressochè completa, per la brevità del tempo di ripresa, degli artefatti da movimento.
Inoltre, poichè i dati densitometrici vengono acquisiti e processati dall’apparecchio sotto forma di un insieme di informazioni che riguardano tutto il volume esaminato, e non come singole sezioni separate fra di loro, viene eliminato il cosiddetto effetto volume parziale, la possibilità cioè che una lesione piccola sia compresa solo parzialmente nello spessore di una sezione e non venga quindi riconosciuta.
Infine, la presenza di un insieme di dati raccolti in maniera omogenea su tutte le strutture contenute nello spazio in esame rende molto più agevole eseguire ricostruzioni computerizzate secondo piani multipli, diversi da quelli trasversali originari (Fig. 2).
Fig. 2
Queste ricostruzioni multiplanari, rese possibili e semplici dalla TC spirale, sono la base delle rappresentazioni delle ossa alveolari utilizzate nella TC per implantologia.
Negli ultimi anni sono stati anche progettati e introdotti dei sistemi di tecnologia TC assai diversi dai precedenti, caratterizzati da una maggiore semplicità e maneggevolezza e destinati, anche per le loro dimensioni, all’uso stomatologico e maxillo-facciale. Anche in questi apparecchi (Maxiscan, NewTom) è presente il principio della rotazione del tubo radiogeno intorno al cranio del paziente. Tuttavia, dalla parte opposta i raggi X non vanno a incidere su una serie di sensori ma colpiscono un unico detettore di grandi dimensioni costituito da una piastra a CCD, simile a quelle che abbiamo visto impiegate nei sensori per radiografia digitale endorale.
Su questa piastra vengono raccolte in forma digitale le immagini del cranio ottenute nelle successive angolazioni lungo i 360° della rotazione del tubo. Questo insieme di immagini viene rielaborato dal computer che integra i dati di densità radiografica raccolti per ogni angolazione e ricostruisce la mappa delle strutture radiopache contenute all’interno del volume esaminato. Per questo motivo, questa tecnica viene detta TC volumetrica: essa fornisce immagini di sezioni del corpo nei diversi piani a scelta dell’operatore, con una qualità di dettaglio inferiore alle immagini delle sezioni TC spirale di ultima generazione.
Fra i vantaggi della TC volumetrica vanno ricordati la semplicità esecutiva e di rielaborazione, il costo e l’impegno molto inferiori rispetto a una TC spirale. Ma il suo maggior pregio risiede nella dose di radiazioni somministrata, che è sempre inferiore a quella della TC spirale, anche multidetettore e di ultima generazione.
Un limite e un vantaggio allo stesso tempo, secondo i punti di vista, è rappresentato poi dal fatto che la TC volumetrica è un apparecchio esclusivamente dedicato alla diagnostica maxillo-odontoiatrica e quindi non pone i problemi di sovrapposizioni di esami diversi e di urgenze cliniche che spesso rendono difficile l’uso implantologico della TC spirale nelle grandi strutture ospedaliere.